La vita artificiale dei bonds europei (“Do Bunds dream of electric rates?”)

La vita di un bond governativo che rende zero, sinceramente, deve essere deprimente. Le prospettive sono molto poche, il prezzo troppo alto: e del resto nel caso del Bund è giusto, lo sa anche lui che non se lo merita di rendere zero, che neanche lui si comprerebbe a questi prezzi. Si, è vero, caro Bund, ogni tanto c’è qualcuno che ti acquista credendo alla mitica Catastrofe dell’Euro, ma sono sempre meno. Ti guardi in giro e vedi che neanche i tuoi compagni di merende se la passano bene in quanto a rapporto tra rendimento e rischio: se non ci fosse quel santo di Draghi a passarci quel po’ po’ di sostentamento mensile, chissà dove sarebbero i bonds europei. Però tiri avanti anche tu, anche se non rendi più nulla qualcuno ti acquista lo stesso, che bello! Chi è? Vediamo. La BCE, sempre generosa con la sua Germania; i fondi pensione, che per mandato devono avere una tua percentuale in portafoglio; le assicurazioni, che ti mettono in carico a prezzi assurdi, vicino 160, ma poi guardano solo al cedolone (conto economico) senza curarsi dello stato patrimoniale. Insomma, sei diventato un oggetto di culto di una categoria di investitori istituzionali e privati che ti tengono in vita anche se – diciamocelo – sei mezzo morto e non capiscono bene nemmeno loro fino in fondo perché lo fanno. La tua utilità, da reliquia del passato, è invece enorme: i tassi zero hanno permesso e permettono in fasi storiche cruciali ai governi di rifinanziarsi con innumerevoli tuoi cloni, che saranno a breve copiati anche dalle aziende per un vero e proprio Rinascimento Europeo. Se solo gli investitori sapessero, se solo capissero: ma sono assordati dal rintronamento continuo delle campane dei media, accecati dal bisogno atavico di rendimento che nasce dall’invecchiamento di molte curve demografiche, per cui credono che tu sia sano e invece sei l’esempio perfetto di ciò che loro non vorrebbero che tu fossi, un morto vivente, uno zombie, uno short secolare: e la BCE è il becchino del tuo rendimento. Perché, fermandosi un attimo, ma solo un attimino (termine che tanto poco era amato da Giulio Nascimbeni del Corriere) a ragionare, tutti capirebbero che sei spalle al muro, che sotto quello zero, forse raschiando con le unghie puoi scavarti una fossetta fino a -0.20%, ma oltre no, oltre c’è il cemento armato quello duro e c’è anche la logica, quella dei numeri, quella che non puoi nemmeno provare a confutare perché se no fai una figura non da Bund tedesco. E poi c’è il dollaro, come se tu non avessi abbastanza guai per conto tuo, adesso ci si è messo anche il biglietto verde, con il movimento più veloce di sempre: -25% in pochi mesi. Il problema è che tu non ti senti un bond esotico, caro Bund, uno di quelli che possono essere svalutati di un quarto e non batter ciglio, tu ti senti un Bund tedesco, sei serio, posato, credibile, affidabile. Quindi ti imbufalisci quando ti dicono la verità, e cioè che in USD hai perso quasi il 20% dai massimi, cosa che non ti era capitata neanche ai tempi della riunificazione delle due Germanie.

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La verità, caro Bund, è che sei in un cul-de-sac e ti ci sei messo da solo. La sola discriminante è: con che velocità e in quanto tempo i nodi verranno al pettine e scenderai di prezzo fino a livelli parecchio più ragionevoli di rendimento. Può anche darsi che reggerai alcuni mesi, ma saranno la cosiddetta Estate di San Martino della BCE, oppure meglio dire una vita artificiale, che ti terrà su questi livelli con iniezioni di droga-liquidità, un po’ come quando ti permettono di fare la bella vita gli ultimi assegni che ti arrivano scaglionati da uno zio ricco che è morto in un paese lontano. Finiti gli assegni, finita la pacchia e si scappa dai creditori. La matematica non è un’opinione. I numeri, nella loro aridità, non mentono e dicono che nei prossimi anni sarà IMPOSSIBILE che i ritorni dei mercati obbligazionari reggano il ritmo degli ultimi due/tre, anzi con ogni probabilità c’è persino il rischio che la forchetta sia tra il +2% e il -2%, un po’ per tutto. Senza tenere in conto l’imponderabile, che come sappiamo quando può creare problemi è sempre alla porta. Gli ultimi fuochi si stanno bruciando in questo inizio 2015: emergenti alle stelle grazie al USD (ma forse ora sarebbero meglio a cambio coperto), bonds europei ai massimi ma senza upside e senza cedola, il che li rende vulnerabili a qualunque bad news sul piano dei tassi e/o del rischio di credito. Molto meglio, allora, massì, un bel Double Short Bund come scommessa strategica per le anime forti che credono al lungo termine. E gli USA? Stanno così bene? Io non sono così sicuro che gli USA alzeranno i tassi, secondo i miei calcoli la botta del USD li ha messi in condizione di frenata lunga (quindi percepibile tra qualche mese) e sta favorendo drasticamente l’Europa: motivo in più per dichiarare irrealistici i tassi zero, specie a lungo. Vedremo i prossimi dati. In quel caso, tornando indietro come giusto che sia lo spread tra rendimento del decennale USA e rendimento di quello tedesco, ora come ora ai massimi storici del 2%, tornerà indietro anche il USD di 8-12 figure dai minimi dell’EUR/USD, che nel frattempo potrebbe anche arrivare in area 1.02-0.96. Ma la mia metodologia, la stessa che ha segnalato lo short di EUR/USD a 1.3550, mi sussurra adesso grande cautela sul USD e che andare al rialzo di USD a questi livelli non è cosa da fare a cuor leggero. I veri, grandi beneficiari di questo enorme casinò totale sono per ora le borse europee, che per un motivo (dollaro debole) o per l’altro (tassi zero = concorrenza zero) o per l’altro ancora (petrolio basso = ripresa) faranno ancora per un po’ la parte del leone, forse – se il ciclo ritorna ad essere solo parzialmente rispettato dopo tente distorsioni – accompagnate dalle borse di Emergenti e BRIC. Mentre la borsa USA starà lì, molto selettiva, un po’ nevrotica, bloccata dal USD troppo forte ma senza particolari crisi fino a che si manterrà sopra l’esiziale 2000-1950. Una notula finale per la nostra Italia, che sta bene, anzi benino, forte nella parte buona del suo tessuto, quello mid/small cap ma anche in qualche blue chip, favorita dal riassetto delle banche che, almeno a me sembra, è ancora in fase embrionale e può riservare grosse sorprese anche agli investitori.

Vorrei solo dire che i nostri modelli, che hanno fatto guadagnare molto bene i nostri sottoscrittori in questi tempi non certo chiarissimi, sono da molti mesi favorevoli a FiatChrysler e Intesa, ma ora cominciano a dare segnali anche su altri titoli a larghissima capitalizzazione: vedremo se hanno ragione. Buon trading e buon investimento a tutti: e iscrivetevi FREE alle giornate del nostro Tour WEBANK più vicine a voi, grazie.

P.S.: la citazione in inglese del titolo, per chi non lo sapesse, è una distorsione del titolo originale del racconto di Philip K. Dick che ha ispirato il film “Blade Runner” (“Do Androids dream of electric sheep?”)

La vita artificiale dei bonds europei (“Do Bunds dream of electric rates?”) ultima modifica: 2015-03-15T02:43:12+00:00 da Francesco Caruso