Film – “Blue Jasmine” (*****)

Blue JasmineInterrompendo finalmente l’alternanza di risultati degli ultimi film, Woody il Grande si e ci regala un capolavoro sul livello di “Match Point” e forse oltre. Allen ha sempre trattato psicodrammi e crisi d’ansia a diversi livelli, regalandoci magistrali esempi di isteria d’ogni sorta: ma il tracollo nervoso, emotivo, esistenziale di Jasmine French è un qualcosa di così potente e drammatico da risultare unico nel suo genere. La storia è quella di una ricca e viziata young lady di Manhattan che, a causa della mala fine del marito novello Madoff e (lo scoprirà dopo) pure fedifrago, si ritrova senza un soldo e a dover elemosinare un tetto dalla sorella, volgarotta e di modeste finanze, che abita a San Francisco. Il film inizia con i toni leggeri della classica commedia alleniana, ma in pochi minuti comincia a mostrare una durezza insolita, l’atmosfera diventa ambigua e tesa, e le tipiche battute al vetriolo lasciano in bocca un sapore molto più amaro di quanto ci si aspetterebbe. Allen lascia il suo adorato iperuranio intellettuale per affondare le unghie nella realtà, nel mondo attuale, dove le situazioni e i cliché classici del suo cinema hanno un suono diverso, più aspro, dove le frecciate feriscono e la depressione non è più un vezzo, ma una prigione. Jasmine è una figura reale spogliata di ogni idealizzazione, portata all’esaurimento dal vuoto che la circonda e che ha dentro, specchio di una contemporaneità dove l’egoismo deresponsabilizzato (nell’amore, nel lavoro, nella percezione del bene e del male) è l’unica forma rimasta di pensiero e relazione. È una donna al capolinea che vive il suo tracollo come un flusso di coscienza dove passato e presente sono un continuum inestricabile che non le permette via di scampo, un personaggio straordinariamente potente e incisivo che Cate Blanchett incarna in maniera sublime. Si rimane sopraffatti da questa atmosfera che è al contempo familiare e straniante, tanto che anche gli straordinari brani jazz che da sempre rendono l’aria dei suoi film così unica e surreale, qui sembrano farsi beffe di quel che accade e accentuano per contrasto i toni drammaticamente grotteschi della vicenda. Blue Moon, la canzone di quando lei e il marito si sono incontrati, Jasmine la cerca di giorno in giorno nella sua memoria, come la sua vecchia confortante vita, ma non riesce più a ricordare nemmeno una parola. E quando in un film di Woody Allen anche il jazz è incapace di portare speranza, vuol dire davvero che la faccenda è seria. Grande film, terminale: assolutamente da vedere.

* = INGUARDABILE
** = MEDIOCRE
*** = BUONO
**** = DA VEDERE
***** = GRANDE FILM
****** = CAPOLAVORO ASSOLUTO

Film – “Blue Jasmine” (*****) ultima modifica: 2013-12-21T13:52:40+00:00 da Francesco Caruso