Film – “L’intrepido” (***1/2)

Antonio Pane vive a Milano, ha cinquant’anni, è separato e ha un figlio di vent’anni che studia musica. Non ha lavoro: o meglio, non ha un lavoro fisso. Per tirare aventi accetta con serenità e stoicismo, come in un “carpe diem” dei giorni nostri, quello che la vita e la città gli passano. Ogni giorno è disposto a cambiare lavoro, pur di alzarsi la mattina, farsi la barba e uscire di casa per sentirsi utile in qualche maniera perché “è brutto la mattina quando ti alzi e non sai dove andare“. E allora tutti i lavori diventano belli purché lo tirino fuori da questa situazione intollerabile, dal rischio di sentirsi inutile, inadeguato, ai margini. Un giorno, a un concorso, conosce una giovane donna a cui offre aiuto disinteressato…
Gianni Amelio ritorna a Milano e ritorna sul rapporto padre-figlio di altri suoi film, con un lavoro sicuramente sensibile, colto dietro l’apparente semplicità (molte le citazioni dai grandi registi del cinema italiano). La fotografia è splendida, una Milano che in certi momenti risulta aliena anche a un milanese; il tema delle conseguenze su due generazioni della crisi economica e del precariato dilagante è non solo attuale, ma toccato con delicatezza, anche nella recitazione stessa di Albanese: ma manca forse quel “quid” che separa un buon film da un grande film.
Antonio Albanese è comunque il fulcro e il centro gravitazionale del film (di cui forse proprio questo è un limite) e merita un capitolo e un plauso a parte: premetto che ho una personale predilezione e che lo giudico un grande attore e  un colto e raffinato comico, pur non avendo amato certe sue scelte del recente passato mirate al botteghino. La sua interpretazione è veramente straordinaria, per sensibilità e qualità espressiva tocca quelle che a mio avviso sono state le sue vette cinematografiche: “Uomo d’acqua dolce” e “Questione di cuore”.
“L’intrepido” a me è complessivamente piaciuto, l’ho trovato un buon film, dolceamaro che si chiude con la speranza e, dopo averlo visto, devo dire di aver trovato abbastanza pretestuose certe critiche lette sui media e immeritati i fischi che lo hanno accolto al Festival di Venezia. Una boccata d’ossigeno nel panorame filmico non certo esaltante di questa fine estate.

 

* = INGUARDABILE
** = MEDIOCRE
*** = BUONO
**** = DA VEDERE
***** = GRANDE FILM
****** = CAPOLAVORO ASSOLUTO
Film – “L’intrepido” (***1/2) ultima modifica: 2013-09-19T11:02:31+00:00 da Francesco Caruso