Film – “Hugo Cabret” (***)

Filmografia di Martin Scorsese (in grassetto i miei preferiti):
  • Chi sta bussando alla mia porta? (Who’s That Knocking at My Door) (1969)
  • America 1929 – Sterminateli senza pietà (Boxcar Bertha) (1972)
  • Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno (Mean Streets) (1973)
  • Alice non abita più qui (Alice Doesn’t Live Here Anymore) (1975)
  • Taxi Driver (1976)
  • New York, New York (1977)
  • Toro scatenato (Raging Bull) (1980)
  • Re per una notte (The King of Comedy) (1983)
  • Fuori orario (After Hours) (1985)
  • Il colore dei soldi (The Color of Money) (1986)
  • L’ultima tentazione di Cristo (The Last Temptation of Christ) (1988)
  • Quei bravi ragazzi (Goodfellas) (1990)
  • Cape Fear – Il promontorio della paura (Cape Fear) (1991)
  • L’età dell’innocenza (The Age of Innocence) (1993)
  • Casinò (Casino) (1995)
  • Kundun (1997)
  • Al di là della vita (Bringing Out the Dead) (1999)
  • Gangs of New York (2002)
  • The Aviator (2004)
  • The Departed – Il bene e il male (The Departed) (2006)
  • Shutter Island (2010)
  • Hugo Cabret (Hugo) (2011)
Va premesso che non è un compito facile recensire questo film. Il rispetto che impone la carriera di Martin Scorsese porta a giudicare “Hugo Cabret” con circospezione e prudenza, consci che anche solo il non urlare al capolavoro è controcorrente.  Probabilmente, nei precordi di un grandissimo regista arriva un certo momento nella vita in cui sorge l’istanza interiore di un omaggio verso un mondo che gli ha dato tanto. Visto in quest’ottica, “Hugo Cabret”, che celebra attraverso una storia romanzata un immaginifico genio visivo degli inizi della storia del cinema, Georges Méliés, ha un senso: ha meno senso esaltarlo. I 5 Oscar tecnici del film, che ha un impianto scenografico e visivo eccellente e un 3D tra i migliori mai realizzati, sono stati chiamati dalle 11 nomination e allineati all’esprit du temps, parecchio rétro (vedi “The Artist”): ma se Hollywood voleva premiare Scorsese, forse un premio alla carriera – vista l’enorme qualità di quello che ha fatto per decenni – sarebbe stato più sobriamente centrato. Dietro alla tecnica mirabolante “Hugo Cabret” è infatti un film stucchevole come un’indigestione di zucchero filato, senza pathos se non nel quarto d’ora dove si descrivono le magie cinematografiche di Méliés. Non un solo momento di vera sorpresa o di commozione, tutto formalmente molto bello e politically correct ma già visto e rivisto, con attori che fanno il compitino con effetti a volte involontariamente comici (Ben Kingsley, Sacha Baron Cohen e Jude Law: che ricorderemo volentieri per altri film) e con una delle peggiori colonne sonore di tutti in tempi. Le tre stelle del voto non rappresentano quindi un giudizio, ma una semplice (e generosa) media matematica tra forma e sostanza.
* = INGUARDABILE
** = MEDIOCRE
*** = BUONO
**** = DA VEDERE
***** = GRANDE FILM
****** = CAPOLAVORO ASSOLUTO
Film – “Hugo Cabret” (***) ultima modifica: 2012-03-02T10:26:54+00:00 da Francesco Caruso